Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Crisi e rinnovamento dello Stato

401920
Sturzo, Luigi 39 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
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Crisi e rinnovamento dello Stato

tuttora integro, granitico l'appello come una sintesi di idee, di volontà e di organicità politica, formatasi nel travaglio delle forze sociali, per

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Di tanto in tanto, nelle varie forme assunte dai partiti politici o da forze organizzate in Italia, nell'acuirsi dei problemi o nello spostarsi delle

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, è una delle più grandi mète dell'opera nostra.

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fare una rassegna delle attività e delle lotte, le quali hanno la vita di un giorno e sono giudicate dal gioco ottico delle passioni, credo opportuno

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delle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli enti provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali».

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Questo contributo allo sviluppo del nostro pensiero politico deve servire a chiarire le posizioni assunte sin oggi, le ragioni delle lotte e le mire

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, della incoltura delle classi dirigenti, le quali non possono sfuggire alle responsabilità storiche, morali e politiche della loro posizione. Una

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È vero: essa è povera e impoverita dalla guerra; essa e divisa internamente, e nel concerto delle nazioni ha le difficoltà di un perenne equivoco tra

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delle funzioni degli enti pubblici, nell'accumulo delle competenze e dell'intervento statale, nella più larga concezione democratica parlamentare; il

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preparazione diversa, è divenuta la vera detentrice del potere pubblico e delle forze del paese: parlo della classe burocratica.

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organismi costituzionali; il parlamento si è andato svuotando delle sue funzioni anche le più delicate, man mano che aumentavano le attività statali e premeva

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; concezione politica e sintetica verso i primi passi delle classi lavoratrici e verso la chiesa allora ritenuta ostile non solo all'Italia ma al

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lasciata ai più audaci, ai più procaccianti; le democrazie non avevano la spinta delle grandi lotte per affinarsi nel pensiero e nella selezione

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della vittoria, non ebbe direttive nello studio delle conferenze della pace; e nella valutazione delle conseguenze economiche e politiche della guerra

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dopo la guerra non depongono a favore delle sue qualità di uomo di stato, e le sue concezioni politiche sembrano avulse dal dibattito della vita.

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periodo più grave e più difficile, nel quale ai responsabili delle direttive del paese si deve poter domandare: custos, quid de nocte? E deve rispondere

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vincitore: ebbe istinti demagogici pur nell'austerità delle forme. A lui si deve il primo avvicinamento della borghesia al proletariato: avvicinamento

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socialisti ostili, credettero di poter prendere una posizione pratica ed efficace contro la guerra, la subirono, e maturarono la ripresa delle loro

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popoli. Il decadimento delle classi dirigenti e la mancanza di un preciso obiettivo di attività e di lotta, può portare lo spostamento dei partiti e il

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cadute, ma la forza negativa è ancora salda nella fiducia delle masse organizzate; — il popolarismo, che sorse e si affermò come partito di centro e di

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con maggiore tenacia, in nome delle masse: sarebbe la definitiva trasformazione della democrazia in demagogia (*) (*) Qualche cosa del presente, come

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istituti statali sulla base di due termini: «organicità e libertà nella coesione, non sovrapposizione delle classi, con la più larga e reale rappresentanza

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spostato nell'attrito dei partiti e nel prevalere delle fazioni. Ma solo che si consideri la imponenza del fenomeno sindacale, lo sconvolgimento portato

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molti consigli superiori, e si tende a crearne altri; ma sono organi burocratici centrali, paravento delle responsabilità esecutive, ai quali si demandano

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tutela e che debbono coordinarsi agli interessi generali della nazione. E questo non può essere lasciato al puro gioco delle libere forze, con il

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dove è varietà regionale e diversità economica, specialmente in agricoltura, e non opprime, non attenua, ma eleva i valori delle singole regioni.

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dei problemi contingenti) formano la mèta delle nuove conquiste.

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Non è per noi una novità quella che ho esposto nel duplice aspetto della organicità delle riforme statali e dello spirito animatore, la libertà; gli

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È vero: anche uomini studiosi e di parte approvano e sostengono la tesi delle libertà morali, specialmente della scuola; delle libertà organiche

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scioperi generali del luglio 1919 e del gennaio 1920, le occupazioni delle fabbriche e delle terre nel settembre-ottobre 1920; le violenze comuniste e

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divenne giolittiano, o viceversa; e fecero i blocchi. L'indomani delle elezioni politiche gli stessi democratici e i loro giornali ripresero il motivo

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Sono domande alle quali la realtà risponde: la realtà della tariffa Alessio, la realtà delle navi di stato Belotti, la realtà delle crisi

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controllo delle fabbriche e sostenne invece la tesi della partecipazione e dell'azionariato; accettò come situazione creata dal decreto Visocchi

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Noi diamo la colpa di molte delle cattive sorti dell'Italia, un po' all'America, un po' alla Francia, un po' all'Inghilterra; e certo nessuno nega

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adatto per svolgere l'attività o per attuare le direttive delle grandi correnti ideali. Gli uomini, anche genii, hanno bisogno dell'ambiente; Cavour

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Io credo che l'equilibrio delle forze alterne di conservazione e di progresso, anche frazionate in vari partiti, debba avvenire per il bene

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Non basta; un'altra legge regola i popoli: l'equilibrio delle forze. Uno studioso americano degli stati del nord, giorni fa, parlando con me

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Questo è un programma vasto, si dice: ci vuole del tempo; bisogna vincere delle difficoltà notevoli, pochi lo comprendono; e intanto?

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metodo della resistenza legale e della valorizzazione delle correnti spirituali; non solo perché crediamo questa l'unica via possibile per noi, ma

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